L’aumento di peso non è mai causato da un solo fattore. Ingrassare può essere il risultato di cause biologiche, comportamentali, psicologiche e ambientali, che spesso agiscono insieme. Per questo dimagrire non significa solo “mangiare meno”, ma richiede un’analisi completa e personalizzata. In questo articolo ti guidiamo attraverso tutti i motivi principali per cui si ingrassa — dai problemi medici alle cattive abitudini — e ti spieghiamo perché nessun trattamento, nemmeno il palloncino intragastrico o la chirurgia bariatrica, potrà mai funzionare a lungo senza un cambiamento reale dello stile di vita. Cause mediche dell’aumento di peso Squilibri ormonali Molti casi di aumento di peso hanno radici ormonali. Patologie come ipotiroidismo, PCOS (sindrome dell’ovaio policistico) e sindrome di Cushing influenzano profondamente il metabolismo, il ciclo mestruale e l’appetito. Queste condizioni portano spesso a un aumento del grasso addominale, resistenza all’insulina e difficoltà nel perdere peso anche con una dieta corretta. Effetti collaterali di alcuni farmaci Antidepressivi, antipsicotici, cortisonici, beta-bloccanti e alcuni antiepilettici possono modificare l’equilibrio ormonale, rallentare il metabolismo e aumentare la fame. L’effetto può essere subdolo e progressivo, con chili che si accumulano nel tempo. Anche in questi casi, è importante affrontare il problema con un medico esperto, senza interrompere i trattamenti senza indicazioni. Disturbi del sonno Dormire meno di 6–7 ore per notte influisce su ormoni chiave come leptina e grelina, che regolano sazietà e fame. Il risultato? Fame nervosa, voglia di zuccheri, metabolismo rallentato. Presso C.I.B.O. Milano possiamo valutare eventuali disturbi respiratori del sonno (come l’apnea notturna), spesso collegati al sovrappeso stesso. ➡️ Prenota una visita specialistica presso il nostro centro per indagare squilibri endocrini e metabolici. Cattive abitudini che favoriscono l’aumento di peso Fame emotiva e stress cronico Molte persone mangiano non per fame biologica, ma per rabbia, noia, ansia o frustrazione. È la cosiddetta fame emotiva, che spinge a scegliere cibi ipercalorici, spesso dolci o salati, come forma di auto-consolazione. Lo stress cronico inoltre innalza i livelli di cortisolo, che favorisce la lipogenesi (formazione di grasso), in particolare a livello addominale. Saltare i pasti, soprattutto la colazione Saltare la colazione è uno degli errori più diffusi. Questo comportamento porta a crisi ipoglicemiche e voglia di carboidrati semplici, generando un circolo vizioso di fame/abbuffate. Fare una colazione bilanciata, invece, stabilizza i livelli di zucchero nel sangue e riduce la fame durante la giornata. Mangiare distratti (TV, smartphone, multitasking) Mangiare davanti a uno schermo riduce la consapevolezza e la percezione della sazietà. Si tende a mangiare più velocemente e in quantità maggiori, con scarsa gratificazione. Recuperare il contatto con il cibo attraverso un’alimentazione consapevole è uno dei pilastri dell’educazione nutrizionale. Bevande zuccherate e calorie liquide Bibite gassate, succhi industriali, alcolici e anche alcuni frullati “salutistici” contengono zuccheri nascosti che si trasformano rapidamente in grasso. Il problema è che queste calorie non saziano, portandoci a mangiare comunque altro. Meglio optare per acqua, tisane senza zucchero e — se necessario — bevande proteiche strutturate con uno specialista. Sedentarietà cronica Anche con una dieta perfetta, una vita sedentaria blocca i risultati. Camminare, fare attività fisica, anche leggera ma quotidiana, attiva il metabolismo e migliora la composizione corporea. Il nostro approccio include il movimento come parte integrante del percorso di dimagrimento. Porzioni troppo abbondanti e velocità nel mangiare Negli ultimi anni, le dimensioni delle porzioni sono aumentate ovunque, alterando la percezione del “giusto” e portando a mangiare più del necessario, anche senza fame reale. A ciò si aggiunge l’abitudine di mangiare in fretta e masticare poco, che impedisce al cervello di registrare i segnali di sazietà. Il risultato è un’assunzione calorica maggiore e una digestione meno efficace. Imparare a riconoscere le corrette porzioni e rallentare durante i pasti è fondamentale per dimagrire e mantenere i risultati nel tempo. Anche con il nostro aiuto , senza cambiare le abitudini… tornerai a ingrassare! Puoi seguire una dieta chetogenica medicalizzata, puoi inserire un palloncino intragastrico Allurion o ORBERA365, puoi anche arrivare a un intervento di chirurgia bariatrica. Ma se, una volta raggiunti i risultati, torni alle vecchie abitudini, tornerai inevitabilmente anche al vecchio peso. La verità è che nessuna tecnica, per quanto avanzata, funziona da sola. Serve un cambiamento reale, quotidiano, duraturo. Il dimagrimento duraturo è possibile Capire perché si ingrassa è il primo passo. Il secondo è chiedere aiuto a chi può offrirti un percorso completo e personalizzato. Presso C.I.B.O. Milano, trovi un team multidisciplinare che lavora insieme: nutrizionisti, chirurghi, medici estetici, psicologi e tecnologi del benessere. Perdere peso non significa solo dimagrire: significa imparare a vivere in modo diverso.
La chirurgia bariatrica per migliorare la qualità della vita: vantaggi e risultati
La chirurgia bariatrica rappresenta una delle opzioni disponibili per affrontare l’obesità e migliorare la salute generale. Tuttavia, è fondamentale valutarne attentamente le implicazioni, considerando sia i benefici che i possibili rischi. Esistono diverse tecniche chirurgiche, ognuna con caratteristiche specifiche, che possono offrire miglioramenti significativi per alcuni pazienti. Quando si può accedere alla chirurgia bariatrica Non tutti i pazienti affetti da obesità possono sottoporsi a un intervento di chirurgia bariatrica. L’accesso a questa opzione è regolato da criteri specifici, tra cui: Indice di massa corporea (IMC): generalmente, la chirurgia è indicata per pazienti con un IMC uguale o superiore a 30, soprattutto in presenza di patologie correlate all’obesità (come diabete di tipo 2 o ipertensione grave). Fallimento di altri trattamenti: il paziente deve aver tentato senza successo altri approcci, come dieta, esercizio fisico e terapie farmacologiche. Valutazione medica e psicologica: prima dell’intervento, è necessario ottenere un nulla osta psicologico per verificare la capacità del paziente di affrontare i cambiamenti richiesti dall’operazione e dal percorso post-chirurgico. Percorso nutrizionale: il paziente deve seguire un programma nutrizionale pre e post-operatorio per garantire il successo dell’intervento e prevenire carenze alimentari. Alcune tipologie di intervento Bypass gastricoIl bypass gastrico è una delle procedure più diffuse. Consiste nella creazione di una piccola tasca nello stomaco, collegata direttamente all’intestino tenue, riducendo così l’assorbimento dei nutrienti e la quantità di cibo ingeribile. Questo intervento può favorire una perdita di peso significativa e migliorare alcune condizioni metaboliche. Sleeve gastrectomyLa sleeve gastrectomy prevede la rimozione di circa il 75% dello stomaco, lasciando una struttura a forma di tubo stretto. Questo riduce la capacità gastrica e l’appetito, facilitando la perdita di peso. Rispetto al bypass gastrico, è un intervento meno invasivo e ha mostrato buoni risultati nella gestione dell’obesità e delle sue complicanze. OverStitchL’OverStitch è una tecnica endoscopica minimamente invasiva che permette di ridurre il volume dello stomaco senza incisioni chirurgiche. Attraverso l’endoscopio, vengono applicate delle suture interne per restringere lo stomaco, limitando così la quantità di cibo ingeribile. È indicata soprattutto per pazienti che necessitano di una revisione di precedenti interventi bariatrici o per chi cerca un approccio meno invasivo. Vantaggi Perdita di peso significativa: La chirurgia bariatrica può favorire una notevole riduzione del peso corporeo, contribuendo a diminuire il rischio di malattie legate all’obesità, come il diabete di tipo 2, l’ipertensione e le patologie cardiovascolari. Miglioramento della salute metabolica: Molti pazienti osservano miglioramenti nei livelli di glicemia, pressione arteriosa e colesterolo, con una riduzione della necessità di farmaci. Maggiore mobilità e benessere fisico: La perdita di peso può alleviare lo stress sulle articolazioni, riducendo dolori muscoloscheletrici e migliorando la capacità di movimento. Benefici psicologici: Un cambiamento positivo nell’aspetto fisico può aumentare l’autostima e migliorare la salute mentale, contribuendo a ridurre il rischio di depressione e ansia. Durata dei risultati: Se accompagnata da uno stile di vita sano, l’intervento può offrire benefici duraturi, con il mantenimento del peso raggiunto nel tempo. Molti pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica riportano una significativa perdita di peso e un miglioramento delle condizioni di salute. In alcuni casi, è possibile ridurre o eliminare l’uso di farmaci per malattie metaboliche e migliorare la qualità del sonno, riducendo il rischio di apnea notturna. Tuttavia, è importante sottolineare che la chirurgia bariatrica non rappresenta una soluzione universale, ma un’opzione tra le tante per affrontare l’obesità. Per ottenere risultati duraturi, è essenziale adottare un approccio globale che includa cambiamenti nello stile di vita, alimentazione equilibrata e attività fisica regolare.
Diet industry: come difendersi dalle trappole del mercato dimagrante
La diet industry è un settore multimiliardario che sfrutta il desiderio diffuso di perdere peso rapidamente. Tra prodotti miracolosi, strategie ingannevoli e false promesse, molti consumatori finiscono per cadere in un circolo vizioso che nuoce non solo alla loro salute ma anche al loro portafoglio.In questo articolo scopriremo come riconoscere e difendersi dalle insidie del mercato dimagrante. Diffida delle promesse irrealistiche Se un prodotto promette una “rapida perdita di peso” senza necessità di dieta o esercizio fisico, probabilmente è una truffa. Queste affermazioni attirano milioni di persone ogni anno, facendo leva sulla loro voglia di soluzioni rapide e senza sforzo. Tuttavia, qualsiasi percorso di dimagrimento sano e duraturo richiede cambiamenti nel proprio stile di vita e una gestione consapevole dell’alimentazione. Inoltre, perdere peso troppo velocemente può avere effetti negativi sulla salute, come perdita di massa muscolare, squilibri metabolici e un maggiore rischio di riprendere il peso perso. Le etichette “scientificamente provato” sono spesso ingannevoli Molti prodotti dimagranti affermano di essere “scientificamente testati” o “approvati da medici”. Tuttavia, spesso mancano dettagli su chi ha condotto gli studi o dove sono stati pubblicati. Questo accade perché molte aziende finanziano ricerche condotte con metodologie poco rigorose, selezionando campioni di soggetti favorevoli o manipolando i risultati per renderli più attraenti. Senza la supervisione di enti indipendenti, queste affermazioni restano poco affidabili e ingannevoli per il consumatore. Le testimonianze non sono una garanzia di efficacia Le pubblicità mostrano spesso foto “prima e dopo” che suggeriscono risultati straordinari. Tuttavia, molte immagini sono modificate o ottenute con trucchi di illuminazione e postura. Inoltre, molte testimonianze provengono da persone pagate per promuovere il prodotto, senza alcuna prova reale della sua efficacia. Anche nei casi in cui una testimonianza sia autentica, il risultato ottenuto potrebbe essere influenzato da molti fattori, tra cui cambiamenti di dieta ed esercizio indipendenti dall’uso del prodotto. Il fatto che un prodotto sia in commercio non significa che sia sicuro A differenza dei farmaci, gli integratori e i prodotti dietetici non devono dimostrare efficacia e sicurezza prima di essere immessi sul mercato. Questo significa che il rischio per la salute dei consumatori è elevato, in quanto la sorveglianza avviene solo post-commercializzazione. Molti prodotti contengono ingredienti non dichiarati o potenzialmente pericolosi che possono causare effetti collaterali imprevisti. La mancanza di regolamentazione permette alle aziende di vendere prodotti senza un controllo adeguato, lasciando i consumatori esposti a rischi evitabili. In alcuni paesi, controlli su integratori hanno rivelato che oltre il 60% dei prodotti analizzati presentava irregolarità, e oltre il 90% per quelli venduti online (Ministero della Salute, Il Fatto Alimentare). Per questo motivo, è fondamentale verificare l’affidabilità dell’azienda produttrice e consultare un esperto prima di assumere qualsiasi integratore. “Naturale” non significa sicuro Molti prodotti dietetici sono venduti come “naturali” o “a base di erbe”, ma ciò non garantisce sicurezza. Ad esempio, l’efedra, un ingrediente naturale un tempo utilizzato negli integratori dimagranti, si è rivelata pericolosa per il cuore e la pressione sanguigna. Alcune sostanze naturali possono interagire negativamente con farmaci o condizioni mediche preesistenti, causando problemi di salute imprevisti. Inoltre, il termine “naturale” viene spesso usato come strategia d Il ciclo infinito della diet industry Questo settore prospera grazie alla fragilità dei consumatori. Ogni insuccesso porta al tentativo successivo, creando un circolo vizioso che alimenta continuamente il mercato senza risolvere il problema del peso in modo duraturo. Le persone che non riescono a mantenere i risultati sperati tendono a colpevolizzarsi, senza rendersi conto che il problema è il sistema stesso. La diet industry crea volutamente soluzioni temporanee per garantire che il consumatore torni a spendere continuamente. Le diete drastiche sono dannose Le diete restrittive possono portare a una rapida perdita di peso, seguita da un inevitabile effetto rimbalzo quando si torna a un regime alimentare normale. Questo alimenta ulteriormente il senso di fallimento e spinge le persone a cercare soluzioni ancora più drastiche. Inoltre, queste diete possono causare carenze nutrizionali, influenzare negativamente il metabolismo e portare a disturbi alimentari. Un approccio bilanciato è sempre più efficace nel lungo termine rispetto a diete estreme. Il benessere fisico passa anche da quello mentale La diet industry sfrutta il senso di colpa e la paura del giudizio sociale per vendere i suoi prodotti. Questo danneggia l’autostima e perpetua stereotipi negativi sulle persone in sovrappeso, spingendole verso soluzioni inefficaci. Sentirsi inadeguati o sotto pressione per perdere peso può portare a comportamenti alimentari disfunzionali e a un rapporto negativo con il cibo. La vera salute non riguarda solo il peso corporeo, ma anche il benessere mentale ed emotivo. Nessuna soluzione semplice per un problema complesso Secondo le statistiche, il 50% delle persone in sovrappeso ha provato prodotti dimagranti “miracolosi”, ma il 90% li considera inefficaci. Questo dimostra come il mercato sia costruito su false speranze. La perdita di peso sostenibile richiede tempo, impegno e cambiamenti di abitudini, e non esistono soluzioni rapide che possano garantire risultati duraturi. L’educazione alimentare e l’attività fisica regolare sono le vere chiavi per ottenere e mantenere un peso sano. Rivolgiti a professionisti per un percorso sicuro In un’epoca dominata da fake news e influencer sponsorizzati, l’unico modo per proteggersi dalle trappole della diet industry è affidarsi a specialisti della nutrizione, che basano il loro lavoro su evidenze scientifiche reali. I dietologi, nutrizionisti e medici qualificati possono offrire piani alimentari personalizzati e consigli adeguati alle esigenze individuali. Consultare esperti permette di ottenere risultati reali senza mettere a rischio la salute con soluzioni inefficaci o pericolose. Per vivere in salute non esistono scorciatoie: equilibrio, moderazione e uno stile di vita sano sono le chiavi per un benessere duraturo. La prossima volta che ti imbatti in un prodotto dimagrante dalle promesse esagerate, fermati a riflettere: è davvero una soluzione valida o solo un altro inganno della diet industry?
Dieta e chirurgia: un binomio efficace per il trattamento dell’obesità
L’obesità è definita, dall’Istituto Superiore di Sanità, come un eccessivo accumulo di grasso corporeo in relazione alla massa magra, in termini sia di quantità assoluta, sia di distribuzione in punti precisi del corpo. Riguarda tutte le persone con un indice di massa corporea (BMI) uguale o superiore a 30 Kg/m2. Oltre ad essere un grave problema di salute, l’obesità è diventata un problema anche per le casse degli stati. Uno studio ha dimostrato che una persona obesa costa allo stato il 42% in più rispetto ad un normale cittadino. I tre paradigmi dell’obesità: È anche dato per assodato che per combattere l’obesità è necessario concentrarsi su: stile di vita, dieta e chirurgia bariatrica. Se i primi due paradigmi possono andare bene per tutte le persone obese, l’ultimo è riservato solo ed esclusivamente alle persone con grave obesità intesa come un BMI uguale o superiore a 40 Kg/m2 o uguale o superiore a 35 Kg/m2 se con pluripatologie. Interventi bariatrici: La chirurgia per dimagrire racchiude essenzialmente tre tipi di interventi bariatrici il cui obiettivo è ridurre l’assunzione di cibo, limitando l’assorbimento dei nutrienti o combinando entrambe le modalità. Gli interventi bariatrici sono: Bypass gastrico: prevede la creazione di una piccola tasca gastrica lunga e stretta collegata direttamente all’intestino tenue, con l’obiettivo di ridurre sia l’assorbimento calorico che la capacità di consumo. Sleeve gastrectomy: rimuove una porzione significativa dello stomaco, limitando l’appetito e la capacità alimentare. Plicatura gastrica: prevede il ripiegamento dello stomaco su se stesso mediante suture, riducendone il volume senza asportare tessuti, con lo scopo di limitare l’assunzione di cibo. Combinazione dieta e interventi bariatrici: Questa combinazione per il trattamento dell’obesità inizia molto prima dell’intervento chirurgico vero e proprio. Prima della chirurgia bariatrica, infatti, si raccomanda un programma di gestione del peso supervisionato con una dieta ipocalorica. Gli studi hanno rilevato una correlazione positiva tra la perdita di peso preoperatoria e postoperatoria. Quando sono state confrontate diverse diete preoperatorie, una “dieta a basso contenuto di carboidrati” si è rivelata più efficace di una “dieta a basso contenuto di grassi” per quanto riguarda la perdita di peso a breve termine, il miglioramento della sensibilità insulinica e la riduzione delle concentrazioni lipidiche. Nel post-operatorio invece il trattamento dietetico svolge un ruolo cruciale sia per mantenere il peso-forma sia per ovviare alle mancanze nutrizionali che dopo un intervento per dimagrire sono fisiologiche. Per evitare o ridurre al minimo il rigurgito e il vomito che possono comparire immediatamente dopo l’intervento, la maggior parte dei protocolli nutrizionali post-operatori suggerisce una dieta liquida o molto morbida e un aumento molto graduale della consistenza del cibo nelle prime settimane post-operatorie. Dopo la fine della dieta post-operatoria e in seguito, i pazienti devono ricevere consulenza periodica da un dietologo registrato che possa dare le giuste indicazioni al fine di massimizzare i risultati della procedura bariatrica e ridurre il rischio di ripresa tardiva del peso. Oltre ovviamente ad evitare le carenze nutrizionali conseguenti all’intervento per dimagrire. Resta inteso che cambiamento dello stile di vita e un corretto comportamento alimentare siano centrali nel trattamento dell’obesità di bassa-media gravità. Per tutte le persone invece affette da obesità grave o con importanti patologie concomitanti, l’attenzione allo stile di vita e la sola dieta non basta. È necessario quindi che questi pazienti possano avere accesso ai trattamenti chirurgici per dimagrire che inducono cambiamenti significativi e duraturi nelle abitudini nutrizionali. Le modifiche anatomiche e funzionali del tratto gastrointestinale conseguenti richiedono sempre l’adattamento del comportamento alimentare dei pazienti alla nuova fisiologia gastrointestinale e possono verificarsi problemi e sintomi nutrizionali specifici della procedura.
Diabete di Tipo 2: come riconoscere i sintomi, prevenire con la dieta e gestirlo con l’esercizio fisico
Il diabete di tipo 2 è una delle malattie croniche più comuni e prevenibili al mondo. Riconoscerne i sintomi in tempo, adottare una dieta bilanciata e fare regolare esercizio fisico sono passaggi fondamentali per prevenire e gestire efficacemente la patologia. In occasione della Giornata Mondiale del Diabete, esploriamo come individuare i segni del diabete di tipo 2, quali cibi evitare e quali abitudini adottare per mantenere uno stile di vita sano. Riconoscere i Sintomi del Diabete di Tipo 2 Individuare i primi sintomi del diabete di tipo 2 è fondamentale per intervenire tempestivamente. Molte persone sviluppano la malattia gradualmente e, nei primi stadi, potrebbero non avvertire segni evidenti. Tuttavia, alcuni sintomi sono segnali chiave che non devono essere ignorati: Aumento della sete e della fame: la sete e la fame eccessive sono sintomi comuni; il corpo perde glucosio e cerca di compensare con un maggiore apporto di acqua e cibo. Minzione frequente: l’alto livello di zucchero nel sangue spinge i reni a lavorare più intensamente, portando a frequenti visite al bagno. Affaticamento: sentirsi sempre stanchi o privi di energia può essere un segno di diabete, poiché le cellule non ricevono abbastanza glucosio per funzionare correttamente. Vista offuscata: i livelli elevati di zucchero nel sangue possono influenzare i piccoli vasi degli occhi, causando visione sfocata. Cicatrizzazione lenta e infezioni frequenti: un altro segnale è la guarigione lenta di tagli e ferite, causata dalla ridotta capacità del corpo di combattere le infezioni. Individuare questi sintomi può portare a una diagnosi precoce del diabete di tipo 2, permettendo di iniziare un piano di gestione e prevenzione adatto. Prevenzione del diabete: cibi da evitare e abitudini da cambiare La dieta ha un impatto decisivo sulla prevenzione e gestione del diabete di tipo 2. Scegliere alimenti a basso indice glicemico e limitare zuccheri e carboidrati raffinati è essenziale per tenere sotto controllo la glicemia. Cibi da evitare Zuccheri semplici: gli zuccheri aggiunti, presenti in bibite, dolci, e prodotti da forno industriali, provocano picchi di glucosio nel sangue. È importante preferire alternative naturali come la frutta, evitando dolci e snack confezionati. Carboidrati raffinati: pane bianco, pasta e riso raffinato hanno un indice glicemico alto. Optare per cereali integrali come riso integrale, quinoa e farro aiuta a mantenere stabile la glicemia. Grassi saturi e trans: questi grassi, presenti in cibi fritti e prodotti confezionati, aumentano il rischio di insulino-resistenza. È preferibile scegliere grassi salutari, come quelli contenuti nell’olio d’oliva e nell’avocado. Abitudini alimentari da adottare Pasti regolari e bilanciati: fare pasti e spuntini regolari aiuta a mantenere stabile la glicemia. Ogni pasto dovrebbe includere proteine, fibre e grassi sani per evitare improvvisi picchi glicemici. Alimenti ricchi di fibre: le fibre rallentano l’assorbimento degli zuccheri e migliorano la risposta insulinica. Le verdure, i legumi e i cereali integrali sono ottime fonti di fibre. Attenzione alle porzioni: controllare le porzioni, soprattutto di alimenti ad alto contenuto calorico, può aiutare a mantenere il peso entro un range salutare. Diabete e Stili di vita: il ruolo dell’esercizio fisico L’attività fisica è uno degli strumenti più efficaci nella gestione e prevenzione del diabete di tipo 2. Fare movimento regolare può migliorare la sensibilità all’insulina e contribuire a mantenere i livelli di zucchero nel sangue sotto controllo. Benefici dell’esercizio fisico sul diabete Aumento della sensibilità insulinica: l’esercizio fisico migliora la capacità delle cellule di rispondere all’insulina, riducendo la quantità di zucchero nel sangue. Controllo del peso: mantenere un peso sano riduce notevolmente il rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Miglioramento del metabolismo: l’attività fisica favorisce un metabolismo attivo e un migliore utilizzo dell’energia, aiutando a mantenere la glicemia stabile. Suggerimenti pratici per muoversi Passeggiate quotidiane: camminare 30 minuti al giorno può fare una grande differenza. Anche una breve passeggiata dopo i pasti aiuta a mantenere sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue. Attività aerobica: nuoto, bicicletta, o anche ballare sono esercizi che migliorano la resistenza e stimolano il metabolismo. Esercizi di forza: aumentare la massa muscolare attraverso esercizi di forza (come sollevamento pesi o allenamenti a corpo libero) aiuta a migliorare il metabolismo e a regolare i livelli di zucchero nel sangue. Per chi non è abituato a fare attività fisica, è utile iniziare gradualmente e scegliere un’attività piacevole che possa diventare parte della routine quotidiana. Anche piccoli cambiamenti, come fare le scale anziché prendere l’ascensore, possono portare benefici nel lungo termine.
L’obesità è una malattia: come la nuova legge italiana cambia il paradigma di cura
L’obesità è finalmente riconosciuta ufficialmente come una malattia cronica in Italia, grazie al disegno di legge DDL S.1074 approvato nel novembre 2024. Questa storica decisione permette di inquadrare l’obesità non solo come un problema di peso o di abitudini alimentari, ma come una patologia che richiede supporto clinico a lungo termine, trattamenti personalizzati e un accesso agevolato alle cure. La nuova legge rappresenta un passo importante per la salute pubblica, dato che in Italia circa 6 milioni di persone convivono con l’obesità e oltre 23 milioni sono in sovrappeso, una “pandemia silenziosa” che necessita di risorse dedicate e politiche di prevenzione mirate. C.I.B.O. Milano: all’avanguardia nella gestione dell’obesità In questo contesto, C.I.B.O. Milano (Centro Interdisciplinare Bariatria e Obesità) ha giocato un ruolo pionieristico nella battaglia contro l’obesità, anticipando l’esigenza di un approccio integrato e multidisciplinare per affrontare questa patologia. Da cinque anni, C.I.B.O. Milano offre supporto terapeutico e psicologico alle persone con obesità, mettendo a disposizione percorsi di trattamento personalizzati e servizi integrati che mirano alla gestione a lungo termine della malattia e alla prevenzione delle complicanze. Il centro ha assistito centinaia di persone, adottando un modello di cura che oggi è in perfetta sintonia con gli obiettivi della nuova legge DDL S.1074, dimostrando l’importanza di un intervento coordinato e strutturato per la gestione di questa patologia cronica. Grazie a un team altamente qualificato di professionisti, tra cui medici, dietisti e psicologi, C.I.B.O. Milano ha creato percorsi terapeutici su misura capaci di rispondere ai bisogni specifici dei pazienti. Il centro si impegna non solo negli interventi di chirurgia di endoscopia bariatrica, ma anche nella promozione di interventi mini invasivi come il palloncino intragastrico, la corretta gestione alimentare e nutrizionale, il supporto endocrinologico oltre a quello psicologico, per affrontare l’obesità contrastando lo stigma spesso associato a questa condizione e promuovendo il benessere complessivo del paziente. Cosa cambia con il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica Con il nuovo DDL S.1074, il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) può inserire l’obesità nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e nel Piano Nazionale della Cronicità, garantendo una copertura più ampia e mirata per chi soffre di questa patologia. Questo riconoscimento non è solo un traguardo simbolico: rappresenta un cambiamento sostanziale nel modo in cui l’obesità viene affrontata in Italia, fornendo cure specifiche e finanziamenti adeguati per il supporto clinico e le terapie farmacologiche, oltre a sensibilizzare la popolazione sul tema. Prima di questa legge, le persone affette da obesità incontravano spesso ostacoli per accedere a trattamenti mirati e personalizzati, dato che l’obesità era vista come un problema secondario o di scarsa rilevanza clinica. Ora, invece, l’obesità viene trattata come altre patologie croniche, come il diabete e le malattie cardiovascolari, con un focus sull’accesso a diagnosi precoce, terapie farmacologiche e, quando necessario, interventi chirurgici. La tendenza sarà quindi di offrire un supporto su misura che può aiutare a ridurre il rischio di complicazioni gravi e migliorare la qualità della vita dei pazienti L’importanza di una prevenzione efficace e di un approccio personalizzato Un aspetto fondamentale del nuovo approccio sarà la prevenzione, specialmente tra le fasce più giovani della popolazione. La legge mira a sensibilizzare scuole, famiglie e comunità locali sull’importanza di uno stile di vita sano, promuovendo campagne di educazione alimentare e programmi di attività fisica mirati. Per molti giovani, infatti, l’obesità inizia già nell’infanzia, complice una dieta squilibrata e l’eccesso di tempo trascorso davanti agli schermi. Le nuove linee guida prevedono anche il coinvolgimento di professionisti della salute, inclusi medici di famiglia, dietisti e psicologi, in un percorso integrato che offra supporto terapeutico e motivazionale continuo ai pazienti. La prevenzione e l’educazione alla salute possono ridurre l’incidenza dell’obesità e dei suoi effetti collaterali, ma è essenziale che queste strategie siano affiancate da un trattamento adeguato per chi già soffre della patologia. Superare lo stigma: l’obesità non è solo una questione di peso “Nonostante il consenso della comunità scientifica, ancora oggi continua a prevalere l’interpretazione che l’obesità sia la conseguenza di una scelta volontaria della persona, in qualche misura colpevole, lasciando spazio a fenomeni di stigma e discriminazione sociale e minando il riconoscimento di uno stato patologico della salute che merita di essere diagnosticato e trattato tempestivamente al pari di altre patologie croniche.” Il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica aiuta anche a combattere lo stigma sociale associato a questa condizione. Troppo spesso, le persone obese subiscono discriminazioni e giudizi basati sull’idea che il peso sia solo una questione di volontà personale o autocontrollo. Questa percezione errata può influire negativamente sull’autostima e sulla motivazione a cercare cure adeguate, creando una spirale di isolamento e peggioramento della salute mentale. La nuova legge, riconoscendo l’obesità come una malattia a sé stante, contribuisce a diffondere la consapevolezza che l’obesità è una condizione complessa e multifattoriale, che richiede un intervento medico e non semplicemente una “dieta fai-da-te” o una serie di esercizi.
Cortisolo: l’ormone dello stress che influenza la tua salute e il dimagrimento
Il cortisolo è noto come “l’ormone dello stress” e gioca un ruolo fondamentale in diverse funzioni del nostro corpo, influenzando il metabolismo, l’energia, l’umore e persino il sistema immunitario. Se desideri dimagrire o migliorare il tuo benessere generale, conoscere il funzionamento del cortisolo e imparare a gestirne i livelli può essere determinante. Cos’è il cortisolo e da dove proviene? Il cortisolo è un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali, piccole strutture situate sopra i reni. La sua produzione è regolata dall’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), un sistema che attiva il rilascio di cortisolo quando il corpo percepisce una situazione di stress. Ogni volta che ci troviamo di fronte a un evento che il corpo interpreta come minaccioso, come una scadenza, un conflitto, una situazione pericolosa o una malattia, l’HPA rilascia cortisolo per aiutarci a rispondere. Il cortisolo ha molteplici effetti: aumenta la glicemia per fornire energia, incrementa l’attenzione, riduce la sensibilità al dolore e sopprime temporaneamente funzioni non essenziali, come la digestione, per preparare il corpo alla reazione. Tuttavia, anche se è utile in momenti di emergenza, livelli cronicamente elevati di cortisolo possono avere effetti negativi sulla salute. Come il cortisolo influenza il dimagrimento Livelli alti di cortisolo possono ostacolare il dimagrimento e persino causare l’accumulo di grasso, specialmente nella zona addominale. Ecco come: Il cortisolo stimola la produzione di glucosio nel fegato e aumenta i livelli di zucchero nel sangue. Quando questo zucchero non viene usato per l’energia immediata, si trasforma in grasso. Le aree maggiormente colpite sono solitamente l’addome e la zona della vita. Il cortisolo incrementa l’appetito e la voglia di cibi ad alto contenuto calorico, in particolare carboidrati e zuccheri. Questo spiega perché, in periodi di forte stress, molte persone avvertono una maggiore propensione al “comfort food” per sentirsi meglio. Può ridurre la massa muscolare e rallentare il metabolismo. La massa muscolare è essenziale per bruciare calorie, quindi una sua riduzione rende più difficile perdere peso e mantenere un peso ideale. Livelli elevati e prolungati di cortisolo possono causare resistenza all’insulina, una condizione che porta all’accumulo di grasso e aumenta il rischio di diabete. Effetti del cortisolo sulla salute generale L’impatto del cortisolo non si limita al dimagrimento. Questo ormone influenza anche altre sfere della nostra salute: Il cortisolo inibisce la funzione immunitaria, rendendo il corpo più vulnerabile alle infezioni. Quando siamo sotto stress, possiamo notare una maggiore incidenza di raffreddori, influenze o altre infezioni. Interferisce con il ciclo sonno-veglia. Normalmente, i livelli di cortisolo dovrebbero essere più alti al mattino, per svegliarci e darci energia, e bassi la sera per favorire il riposo. Stress cronico e squilibri del cortisolo possono alterare questo ritmo, causando insonnia e stanchezza. Livelli elevati di cortisolo sono spesso associati a sintomi di ansia, irritabilità e depressione. In parte, ciò è dovuto al fatto che il cortisolo riduce i livelli di serotonina, l’ormone della “felicità”. Come tenere sotto controllo i livelli di cortisolo Gestire i livelli di cortisolo è cruciale per il dimagrimento e per una buona salute. Ecco alcune strategie efficaci: Ridurre lo stress: le tecniche di rilassamento come la meditazione, lo yoga, la respirazione profonda e la mindfulness sono particolarmente utili. Queste pratiche attivano il sistema nervoso parasimpatico, che riduce la produzione di cortisolo. Attività fisica moderata può aiutare a ridurre il cortisolo, purché non sia troppo intenso. Attività come camminare, fare stretching o praticare sport a bassa intensità stimolano il rilascio di endorfine, migliorando l’umore senza aumentare il cortisolo. Dormire adeguatamente, creare una routine serale rilassante, evitare caffeina e dispositivi elettronici prima di dormire, e garantire un ambiente buio e tranquillo, possono migliorare la qualità del sonno e tenere a bada il cortisolo. Dieta bilanciata: evitare diete drastiche e consumare pasti bilanciati è importante. Il cortisolo aumenta se il corpo percepisce una carenza di nutrienti o un digiuno prolungato. Una dieta ricca di proteine, grassi sani e carboidrati complessi aiuta a stabilizzare la glicemia, riducendo il rischio di picchi di cortisolo. Alcuni integratori naturali come la vitamina C, la vitamina B5 e il magnesio possono aiutare a ridurre lo stress e stabilizzare i livelli di cortisolo. Anche le erbe adattogene, come la radice di ashwagandha e la rhodiola, sono note per aiutare il corpo a rispondere meglio allo stress.
Semaglutide: tra “moda” e innovazione per il trattamento di sovrappeso e obesità
La semaglutide è diventata una vera e propria tendenza, soprattutto grazie al suo utilizzo da parte di molte celebrità che ne hanno fatto un uso intensivo per ottenere una rapida perdita di peso. Tuttavia, è importante non farsi ingannare dalla moda. Innanzitutto, questo farmaco richiede la supervisione di un medico specialista in obesità e sovrappeso. Solo uno specialista è in grado di valutare se la semaglutide è adatta al paziente, considerando eventuali controindicazioni o effetti collaterali. In secondo luogo, la semaglutide non è una bacchetta magica: se non viene accompagnata da un cambiamento nello stile di vita, come una dieta equilibrata e un programma di esercizio fisico regolare, il peso perso può essere facilmente recuperato una volta interrotta la terapia. Dimagrire in modo sicuro e sostenibile è la priorità, e l’uso della semaglutide deve essere parte di un piano di trattamento globale, sempre sotto la guida di un professionista sanitario. Come funziona la semaglutide? La semaglutide agisce imitando l’azione del GLP-1, un ormone naturale prodotto dall’intestino dopo i pasti, che invia segnali al cervello per ridurre l’appetito. Questo meccanismo fa sì che chi assume il farmaco avverta una sensazione di sazietà prolungata, portando ad un calo spontaneo dell’assunzione di cibo. Inoltre, rallenta lo svuotamento dello stomaco, mantenendo più a lungo la sensazione di pienezza anche dopo piccoli pasti. Questi effetti combinati rendono la semaglutide uno strumento molto potente per la gestione del peso, favorendo scelte alimentari più salutari e riducendo il desiderio di cibi ad alto contenuto di grassi e calorie. Tuttavia, è importante sottolineare che, pur essendo un aiuto efficace, la semaglutide non sostituisce l’importanza di una dieta equilibrata e uno stile di vita sano. Indicazioni per l’uso della semaglutide La semaglutide è indicata per adulti con un indice di massa corporea BMI pari o superiore a 30 (obesità), o per coloro che hanno un BMI compreso tra 27 e 30 (sovrappeso) e presentano problemi di salute correlati al peso, come diabete di tipo 2, ipertensione, apnea notturna o malattie cardiovascolari. Uno dei punti di forza di questo trattamento è la sua approvazione anche per adolescenti a partire dai 12 anni con un peso superiore ai 60 kg. Questa espansione nelle opzioni terapeutiche per i più giovani è cruciale per affrontare l’obesità fin dalla prima età, evitando che i problemi di peso si aggravino con l’età adulta. Come si somministra la semaglutide? La semaglutide viene somministrata tramite iniezioni sottocutanee una volta alla settimana, rendendola una soluzione molto più pratica rispetto ad altri farmaci che richiedono iniezioni giornaliere. La dose iniziale viene aumentata gradualmente per minimizzare gli effetti collaterali e ottimizzare l’efficacia del trattamento. Le iniezioni possono essere effettuate in diverse aree del corpo, come l’addome, il braccio o la coscia, e devono essere somministrate nello stesso giorno della settimana per garantire una continuità terapeutica. Risultati della semaglutide: quanto peso si può perdere? I risultati clinici ottenuti con la semaglutide sono sorprendenti. Gli studi hanno dimostrato una perdita di peso fino al 20% del peso corporeo iniziale, quando il farmaco viene abbinato a una dieta equilibrata e a un regolare esercizio fisico. Questo rende la semaglutide una delle opzioni più efficaci disponibili sul mercato per il trattamento del sovrappeso e dell’obesità. È importante notare che il farmaco funziona meglio quando è utilizzato come parte di un approccio globale al dimagrimento. La perdita di peso più sostenibile si ottiene quando il paziente adotta anche cambiamenti nello stile di vita, come una migliore alimentazione e una maggiore attività fisica. Il farmaco da solo non è sufficiente per mantenere i risultati nel lungo periodo. Effetti collaterali e controindicazioni della semaglutide Come tutti i farmaci, anche la semaglutide può causare effetti collaterali. I più comuni sono di tipo gastrointestinale, come nausea, diarrea, vomito e costipazione. Tuttavia, questi sintomi tendono a essere temporanei e a scomparire man mano che il corpo si adatta al farmaco. In rari casi, possono verificarsi reazioni più gravi, per cui è essenziale mantenere un contatto regolare con il proprio medico. Il farmaco è controindicato per persone con gravi problemi renali o epatici, insufficienza cardiaca avanzata o malattie gastrointestinali complesse come la gastroparesi. Prima di iniziare la terapia, è fondamentale effettuare una valutazione medica completa, con esami del sangue e altri test per determinare l’idoneità del paziente al trattamento. Supervisione medica e cambiamenti dello stile di vita: la chiave per il successo Nonostante l’efficacia della semaglutide, è essenziale capire che questo farmaco non è una soluzione magica. Per accedere alla terapia, è necessario rivolgersi a un medico specialista in sovrappeso e obesità, che potrà prescrivere il trattamento e monitorare i progressi nel tempo. Uno degli aspetti cruciali da considerare è che, una volta sospesa la terapia, se il paziente non ha imparato a gestire la propria alimentazione e a mantenere uno stile di vita sano, c’è il rischio di riacquistare il peso perso. La semaglutide funziona solo se abbinata a una consapevolezza alimentare e a un impegno a lungo termine nel seguire una dieta equilibrata e nell’esercizio fisico regolare. Sebbene questo trattamento abbia guadagnato molta popolarità, anche grazie ai suoi risultati rapidi e significativi, è importante approcciarsi con cautela e sotto supervisione medica. La moda può attirare l’attenzione, ma dimagrire in modo sicuro e sostenibile deve sempre essere la priorità, per evitare problemi di salute futuri.
Il peso economico dell’obesità
L’obesità è una condizione che comporta non solo conseguenze sulla salute delle persone, ma anche un impatto economico significativo sia a livello personale che societario. Vogliamo esplorare i costi associati all’obesità da due prospettive: quella individuale e quella collettiva, esaminando come questa condizione influisca sui bilanci delle famiglie e sul sistema sanitario nazionale. Costi personali dell’obesità Spese alimentari: cibo sano vs. cibo spazzatura Una delle prime considerazioni riguarda il confronto tra la spesa per un’alimentazione sana e quella per cibo spazzatura. Un’indagine condotta nel 2022 ha rilevato che, in Italia, una dieta sana può costare in media il 20-30% in più rispetto a una dieta basata su cibi ultra-processati. Ad esempio, il costo di un pasto a base di verdure, proteine magre e cereali integrali può arrivare a 8-10 euro, mentre un pasto fast food può costare circa 5-7 euro. Tuttavia, il consumo regolare di alimenti di bassa qualità nutrizionale è associato a un aumento di peso e a problemi di salute come il diabete di tipo 2, ipertensione e malattie cardiovascolari. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 è di circa 80-85% più alto tra le persone obese rispetto a quelle con un peso normale. Spese mediche e trattamenti Le persone obese tendono a incorrere in maggiori spese mediche rispetto a quelle con un peso normale. Uno studio del 2020 ha stimato che le persone obese spendono in media il 42% in più per le spese sanitarie rispetto a chi ha un peso normale. Questi costi includono visite mediche più frequenti, farmaci per la gestione di condizioni croniche e, in alcuni casi, interventi chirurgici come la chirurgia bariatrica. Costi per la società Impatto sul Sistema Sanitario Nazionale L’obesità non è solo un problema individuale, ha anche un impatto significativo sul sistema sanitario nazionale. I costi diretti includono le spese per trattamenti medici, ospedalizzazione e farmaci. A livello globale, l’obesità rappresenta circa il 7-10% della spesa sanitaria totale. In Italia, si stima che il costo diretto dell’obesità per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ammonti a circa 9 miliardi di euro all’anno. Questo comprende i costi per trattare malattie come il diabete, malattie cardiache e alcune forme di cancro, tutte condizioni che sono più comuni tra le persone obese. Costi indiretti Oltre ai costi diretti, ci sono costi indiretti associati all’obesità che gravano sulla società. Questi includono la perdita di produttività a causa di assenteismo e presenteismo (presenza al lavoro ma con ridotta efficienza), stimata in Italia a circa 5 miliardi di euro all’anno. Inoltre, l’obesità può comportare una pensione anticipata e una maggiore mortalità, che rappresentano un ulteriore costo per la società. In un’analisi del 2019, è stato calcolato che la ridotta aspettativa di vita associata all’obesità costa all’economia italiana circa 1,5 miliardi di euro all’anno in termini di perdita di produttività. In sintesi, l’obesità rappresenta un costo significativo sia a livello individuale che collettivo. Mentre l’alimentazione sana può sembrare inizialmente più costosa, i benefici a lungo termine per la salute e la riduzione delle spese mediche possono bilanciare o superare questi costi. Dal punto di vista societario, gli investimenti in programmi di prevenzione e promozione di uno stile di vita sano sono fondamentali per ridurre il carico economico dell’obesità sul sistema sanitario nazionale e migliorare la qualità della vita dei cittadini. È quindi cruciale promuovere una maggiore consapevolezza sui benefici di uno stile di vita sano e attivo, non solo per la salute fisica ma anche per il benessere economico sia individuale che collettivo.
Prevenzione dell’obesità infantile:10 regole d’oro
L’obesità infantile è una preoccupazione crescente a livello globale, e prevenire questa condizione è essenziale per garantire una vita sana e attiva ai nostri bambini. La prevenzione dell’obesità infantile richiede un approccio multifattoriale che coinvolga tutta la famiglia. Di seguito vi proponiamo 10 regole d’oro per aiutare a mantenere un peso sano nei bambini e promuovere abitudini di vita salutari che dureranno nel tempo. 1. Mantenere un sonno adeguato Il sonno gioca un ruolo cruciale nella regolazione del peso corporeo. I bambini in età prescolare (3-5 anni) dovrebbero dormire tra 10 e 13 ore a notte, quelli in età scolare (6-13 anni) tra 9 e 11 ore, e gli adolescenti tra 8 e 10 ore. Una quantità di sonno inadeguata è un fattore di rischio significativo per lo sviluppo dell’obesità. 2. Non utilizzare il cibo come “premio” Il cibo non dovrebbe essere usato come premio o castigo. Evitare frasi come “Se mangi la verdura, avrai il gelato” o “Hai messo a posto i giochi, ora ti meriti un dolce”. Questi comportamenti possono portare a un rapporto non sano con il cibo, utilizzandolo per placare stati emotivi piuttosto che per nutrirsi. 3. Consumare regolarmente una adeguata colazione Una colazione equilibrata tutti i giorni è fondamentale. Essa aiuta a mantenere livelli di energia stabili e a prevenire l’eccessiva fame a metà mattina, riducendo così il rischio di consumare snack non salutari. 4. Mantenere una dieta ricca ed equilibrata Consumare pasti completi e variare gli alimenti è essenziale per una nutrizione equilibrata. L’obiettivo è quello di introdurre una vasta gamma di nutrienti necessari per la crescita e lo sviluppo dei bambini. 5. Limitare il consumo di cibi ad alta densità energetica Non è necessario eliminare alcun alimento, ma è importante limitare l’uso di grassi e zuccheri semplici. Preferire alimenti a bassa densità energetica, che permettono di aumentare il volume del cibo senza incrementare significativamente l’apporto calorico. 6. Evitare le bevande dolcificate Educare i bambini a soddisfare la sete bevendo acqua è fondamentale. Le bevande zuccherate e quelle con dolcificanti artificiali dovrebbero essere evitate poiché abituano al sapore dolce e riducono il senso di sazietà. Anche i succhi di frutta, spesso percepiti come salutari, devono essere consumati con moderazione, proprio perché ricchi di zuccheri. 7. Aumentare il consumo di frutta, verdura e legumi Promuovere il consumo di almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno e includere legumi nella dieta almeno 3-4 volte a settimana. Questi alimenti sono ricchi di fibre, vitamine e minerali essenziali. 8. Consumare i pasti in famiglia Mangiare insieme alla famiglia quanto più spesso possibile favorisce la convivialità e permette di dedicare il giusto tempo al pasto, senza distrazioni come la televisione. Questo approccio non solo migliora la qualità della dieta ma rafforza anche i legami familiari. 9. Aumentare l’attività fisica I bambini dovrebbero fare almeno 60 minuti di attività fisica moderata-intensa al giorno. Incoraggiare il gioco attivo all’aperto, andare a scuola a piedi o in bicicletta e favorire la pratica di sport piacevoli sono modi efficaci per integrare l’attività fisica nella routine quotidiana. 10. Ridurre la sedentarietà Limitare l’uso di dispositivi elettronici a un massimo di 2 ore al giorno e promuovere attività fisiche per tutta la famiglia. Meno tempo trascorso davanti agli schermi e più tempo dedicato al movimento sono chiavi essenziali per la prevenzione dell’obesità.